
Sidone è una città del Libano, capoluogo del Governatorato del Sud Libano. Si trova a circa 40 km a sud della capitale libanese Beirut. È una città che affonda le proprie radici in epoca fenicia e che raggiunge l’apice grazie al commercio marittimo sotto l’impero babilonese prima e quello romano poi.
I primi insediamenti urbani nell’area dell’attuale Sidone paiono risalire al quarto millennio avanti Cristo. Come altri insediamenti fenici, la città si sviluppò attorno a un’area portuale ricavata in una rada riparata da un promontorio.
In parallelo con la vicina città di Tiro, anche Sidone emerse come centro mercantile a partire dal XIV secolo a.C., e entrò nell’orbita egizia sotto la XIX e la XX dinastia, arricchendosi soprattutto grazie alla lavorazione del murice, un mollusco da cui veniva estratto un pigmento di colore porpora utilizzato per la tinteggiatura dei tessuti, e al commercio del legno di cedro.
Percorrendo il lungo mare partendo da Beirut si arriva a Sidone. Da un lato si vedono grattacieli, palazzi moderni e una brulicante attività commerciale. Dall’altro un placido mare, un tempo solcato dalle navi fenicie che portavano nel Mediterraneo i tessuti di porpora, il legno dei cedri e i lavori in vetro. Dal colle in alto si viene sorvegliati dal Castello di Terra voluto dal re di Francia Luigi IX, il santo.
Nulla sembra ricordare che questa città ha un drammatico passato. Che tante volte è stata saccheggiata e distrutta. Che già il profeta Ezechiele l’aveva maledetta: “Manderò contro di essa la peste e il sangue scorrerà per le sue vie: in essa cadranno i trafitti di spada”. E che la straziante canzone Sidún di Fabrizio de André ci ricordi una tragica guerra del secolo scorso. Una canzone contro la guerra in cui la morte del bambino diventa metafora – come dichiarato dallo stesso De Andrè in un’intervista – della fine civile e culturale del Libano, la Fenicia, “che nella sua discrezione è stata forse la più grande nutrice della civiltà mediterranea”. Per inciso, è a Sidone che ha inizio la lavorazione del vetro e l’uso del murice per tingere i tessuti di porpora.
Senza ombra di dubbio il Castello del Mare è il monumento simbolo di Sidone. La fortezza fu costruita nel 1227 dai cavalieri crociati di San Giovanni dell’Ospedale di Gerusalemme su un isolotto prossimo al porto, dove erano i resti di un tempio dedicato al dio Melqart, nume tutelare dei Fenici. Fungeva da torre di guardia e vigilava sul porto e sulla città. Il collegamento alla terraferma era garantito da uno stretto ponte di pietra ad archi, ricostruito più volte. Il castello è costituito da due torri collegate da un muro.
Nelle pareti esterne sono stati inseriti rocchi di colonne romane, utilizzati come rinforzi orizzontali. La torre ovest rettangolare a sinistra dell’ingresso è la meglio conservata delle due. Attualmente in restauro per ricavarne un ambiente per eventi, ha una grande sala a volta cosparsa di antichi capitelli scolpiti. Una
piccola moschea è attigua alla cappella crociata. Dall’alto si ha un’ampia vista sulla città e sul porto.
