Piano Agosto 22 01

SIDONE, la città tra fenici e babilonesi

Sidone è una città del Libano, capoluogo del Governatorato del Sud Libano. Si trova a circa 40 km a sud della capitale libanese Beirut. È una città che affonda le proprie radici in epoca fenicia e che raggiunge l’apice grazie al commercio marittimo sotto l’impero babilonese prima e quello romano poi.

I primi insediamenti urbani nell’area dell’attuale Sidone paiono risalire al quarto millennio avanti Cristo. Come altri insediamenti fenici, la città si sviluppò attorno a un’area portuale ricavata in una rada riparata da un promontorio.
In parallelo con la vicina città di Tiro, anche Sidone emerse come centro mercantile a partire dal XIV secolo a.C., e entrò nell’orbita egizia sotto la XIX e la XX dinastia, arricchendosi soprattutto grazie alla lavorazione del murice, un mollusco da cui veniva estratto un pigmento di colore porpora utilizzato per la tinteggiatura dei tessuti, e al commercio del legno di cedro.

Percorrendo il lungo mare partendo da Beirut si arriva a Sidone. Da un lato si vedono grattacieli, palazzi moderni e una brulicante attività commerciale. Dall’altro un placido mare, un tempo solcato dalle navi fenicie che portavano nel Mediterraneo i tessuti di porpora, il legno dei cedri e i lavori in vetro. Dal colle in alto si viene sorvegliati dal Castello di Terra voluto dal re di Francia Luigi IX, il santo.

Nulla sembra ricordare che questa città ha un drammatico passato. Che tante volte è stata saccheggiata e distrutta. Che già il profeta Ezechiele l’aveva maledetta: “Manderò contro di essa la peste e il sangue scorrerà per le sue vie: in essa cadranno i trafitti di spada”. E che la straziante canzone Sidún di Fabrizio de André ci ricordi una tragica guerra del secolo scorso. Una canzone contro la guerra in cui la morte del bambino diventa metafora – come dichiarato dallo stesso De Andrè in un’intervista – della fine civile e culturale del Libano, la Fenicia, “che nella sua discrezione è stata forse la più grande nutrice della civiltà mediterranea”. Per inciso, è a Sidone che ha inizio la lavorazione del vetro e l’uso del murice per tingere i tessuti di porpora.

Senza ombra di dubbio il Castello del Mare è il monumento simbolo di Sidone. La fortezza fu costruita nel 1227 dai cavalieri crociati di San Giovanni dell’Ospedale di Gerusalemme su un isolotto prossimo al porto, dove erano i resti di un tempio dedicato al dio Melqart, nume tutelare dei Fenici. Fungeva da torre di guardia e vigilava sul porto e sulla città. Il collegamento alla terraferma era garantito da uno stretto ponte di pietra ad archi, ricostruito più volte. Il castello è costituito da due torri collegate da un muro.

Nelle pareti esterne sono stati inseriti rocchi di colonne romane, utilizzati come rinforzi orizzontali. La torre ovest rettangolare a sinistra dell’ingresso è la meglio conservata delle due. Attualmente in restauro per ricavarne un ambiente per eventi, ha una grande sala a volta cosparsa di antichi capitelli scolpiti. Una

piccola moschea è attigua alla cappella crociata. Dall’alto si ha un’ampia vista sulla città e sul porto.

Piano Luglio 22 01

ZAHLE, La casa della pace

Zahle è una città del Libano, chiamata anche “DAR EL SALAM” che significa “casa della pace”, si trova nella valle della Beqa’ a circa 45 km a est di Beirut. 

Essendo la città principale della valle della Beqaa, la regione agricola più importante del Libano, l’economia di Zahlé è stata a lungo basata sull’agricoltura. L’uva è il prodotto principe della zona, con i vigneti che costituiscono un elemento di spicco del paesaggio circostante. Una parte considerevole dei prodotti locali rifornisce le tre cantine presenti nella città e nei dintorni e le numerose distillerie che producono arak, il liquore locale per cui Zahlé è famoso.

Zahlé vide un momento di prospera attività commerciale grazie alla sua posizione a metà strada tra Beirut e Damasco.Paradossalmente, ha riacquistato parte di quell’attività durante la Guerra Civile, quando la crescente instabilità di Beirut ha portato a un decentramento dell’economia. Inoltre, la tassazione era inesistente a causa del crollo dell’autorità statale, di cui Zahlé ha approfittato per espandere i suoi settori industriali e commerciali. 

Un certo numero di società ed enti statali hanno le loro sedi per la regione di Beqaa a Zahlé, tra cui la Banca centrale del Libano e la Camera di commercio libanese. 

Le rive del fiume Berdawni sono state a lungo un luogo in cui la gente di Zahlé e di altre parti del Libano veniva a trascorrere il tempo. L’attrazione più popolare della città è una passeggiata di 300 m lungo il fiume, denominata “Al Wadi” (“la valle”). Riparato tra le scogliere calcaree del burrone, è allineato con ampi ristoranti all’aperto, caffè e sale giochi e ombreggiato da alberi. Questi ristoranti sono specializzati nel tradizionale meza libanese servito con arak. La passeggiata è chiusa durante il tardo autunno e l’inverno, quando i venti freddi della montagna soffiano sul burrone. Zahlé di per sé offre scarso interesse archeologico, tuttavia l’azienda vinicola Château Ksara merita una visita per il suo labirinto di volte che risale all’epoca romana. Il sobborgo di Karak Nuh presenta anche una curiosità: una struttura in pietra lunga 40 m all’interno della moschea locale, che la tradizione locale ritiene essere la tomba di Noè. La città è conosciuta come “la città del vino e della poesia”. Una graziosa personificazione di questo soprannome si trova all’ingresso del paese: una statua di Erato, la Musa della poesia d’amore, con in mano un grappolo d’uva.

L’evento culturale più importante di Zahlé è la “Festa della Vite”, che si tiene tradizionalmente ogni settembre, durante la quale vengono organizzati ogni giorno concerti, rappresentazioni teatrali, serate di poesia e mostre artistiche nell’arco di due o tre settimane. L’ultimo sabato sera prevede l’incoronazione della “L’ancella della Vite”, la regina della bellezza locale, e il pomeriggio successivo il festival si chiude con probabilmente il suo evento più popolare: una sfilata di carri che si tiene sul viale principale della città. I carri sono interamente decorati con fiori secondo un tema centrale.